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Intrecci di uomini e territorio.

Antonella Mori • mar 17, 2019

A San Pierino ancora si legano le viti con i salici rossi. Tradizione ecologica ma in via di estinzione.

Una vite a San Pierino con la legatura appena fatta con salici rossi. In primo piano un fiore di rapacino bianco, erba spontanea dei nostri vigneti in primavera.

Tra le tradizioni agricole "in via di estinzione" si è quasi perduto completamente l'utilizzo della tecnica della legatura con il salice tanto adoperata in viticoltura fino a qualche decina d'anni fa.

Nel passato veniva adottata poiché non vi erano alternative. Ma oggi alcune aziende, sensibili ai principi di eco-sostenibilità ambientale delle attività agricole , stanno via via dismettendo i moderni elastici/cordini di plastica a vantaggio dei tralci in salice.

Solitamente vengono usati i tralci di Salix purpurea , volgarmente chiamato Salice rosso.

I tralci di salice rosso, detti “ salcio” in toscano, dopo essere raccolti vengono tenuti in acqua fino al loro effettivo utilizzo. L’umidità dell’acqua li mantiene flessibili.

I salici devono essere tagliati a luna calante, quando la pianta ha perso tutte le foglie e comunque prima di Pasqua. Tuttavia sul taglio ogni contadino ha la sua teoria.

Solitamente sono tre le misure che vengono selezionate: i giunchi più sottili si usano per legare i tralci produttivi della vite al filo, i mediani a legare la pianta di vite al filo e quelli dallo spessore maggiore a legare i fili ai pali di sostegno.

Indubbiamente fra le piante non alimentari che hanno accompagnato l’uomo nella storia, un posto di prestigio lo occupa il salice. Pianta dalle mille risorse: lo incontriamo mentre, con le radici, regge le rive dei fossi, nei cesti, nelle gerle, nei panieri e in altri contenitori, nelle legature delle viti o nelle cataste di legna: vero e proprio spago di campagna.

Il salice è una pianta che si riproduce con una straordinaria semplicità. Nella cellula della corteccia è già contenuta quella delle radici. Basta tagliare una stecca di 50 o 60 cm con uno spessore di un dito (1,5 cm... un dito da contadino) e infilarla nel terreno lasciandone fuori circa 10 cm.

Predilige i terreni sabbiosi o di medio impasto ma di norma si adatta facilmente a tutti i tipi di terreni, basta che ce ci sia acqua, specialmente il primo anno e specie in estate dove le radici non superano i 40 cm.

A San Pierino ne abbiamo diverse piante….e proprio in questi giorni abbiamo terminato di potarli, pronti per iniziare a legare le viti!!

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